Il Salone presenta Albert Camus

Un libro tante scuole è il progetto di lettura condivisa promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino con l’obiettivo di raggiungere tanti studenti con un unico grande romanzo, per stimolare un confronto sulla comprensione di sé e del nostro tempo attraverso la lettura. In questo primo anno è stata scelta La Peste di Albert Camus: il libro verrà distribuito gratuitamente agli studenti; per accompagnare i ragazzi e i docenti in questo percorso di lettura il Salone ha prodotto una videolezione di Alessandro Piperno e una serie di podcast dedicati alla figura di Camus e ai suoi libri.

Ai ragazzi viene data la possibilità sia di scrivere recensioni e testi lunghi per raccontare in modo approfondito la loro esperienza di lettura, sia di commentare il libro in modo più essenziale e personale, rispondendo ad alcune domande (tra cui cosa li ha colpiti, quale frase vorrebbero conservare). L’obiettivo è costruire uno spazio collettivo di discussione e tenere un piccolo archivio di questo percorso.

Al Salone del Libro (14-18 ottobre): un grande appuntamento insieme agli studenti che hanno partecipato al progetto con ospiti d’eccezione.

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Grande adesione e partecipazione il 26 marzo 2021 dei ragazzi del liceo Borsellino Falcone ai due seminari a carattere scientifico in diretta live:

  • Il professore Lucio Lucchin docente di scienza dell'alimentazione dell'università di Padova e di Pavia ha affrontato diversi temi inerenti all'alimentazione.
  • Il professore Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità si è occupato di emoglobinopatie.

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Oggi, 18 marzo 2021, i ragazzi dell'I.I.S. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, grazie all'intermediazione del Sindaco di Zagarolo, Emanuela Panzironi, e dell'assessore Alberto Iacovacci, hanno accolto la testimonianza di Ugo Foà, autore del testo autobiografico "Il bambino che non poteva andare a scuola". Attraverso le sue parole i ragazzi delle classi I A, III B, III C, III E, IV C e VA Ipia, hanno sfogliato una delle pagine più dolorose e più vergognose della nostra storia nazionale: la promulgazione delle leggi razziali del 1938, provvedimento con cui si legalizzava in Italia la discriminazione e la negazione dei diritti umani nei confronti del popolo ebraico.

Ugo Foà con un racconto lucido, asciutto e rigoroso ha rivissuto con noi quell'esperienza drammatica, che lo vedeva a soli dieci anni, improvvisamente declassato come cittadino ed estromesso da qualsiasi occasione di vita sociale e civile.

Ci ha raccontato il dolore, la rabbia, le privazioni, la paura, l'incomprensione  di un bambino a cui, come a milioni di altri in quei tempi di barbarie, veniva strappato il presente e forse anche il futuro.

Ma tra le tante parole con cui ci ha resi suoi eredi, ce n'è una, l'ultima, con cui vogliamo ricordare questo straordinario incontro: la parola "accoglienza". Alla richiesta "Quale irrinunciabile insegnamento la scuola deve trasmettere ai ragazzi" Ugo Foà ha risposto "accoglienza", "solidarietà".

Per questa preziosa eredità, per il coraggio di testimoniare l'ingiustizia riaprendo ogni volta le ferite della sua memoria, per l'affabilità dimostrata nei confronti dei nostri ragazzi, tutto il nostro Istituto dice grazie a Ugo Foà.

 

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