Il 10 gennaio, i ragazzi del Liceo Borsellino e Falcone di Zagarolo, al termine della lettura di Romanzo senza umani, hanno incontrato l’autore, Paolo Di Paolo, che già dieci anni fa aveva dibattuto con gli allora studenti della nostra scuola i temi del suo bellissimo romanzo Mandami tanta vita, incentrato sulla figura di Piero Gobetti.

È stato un incontro intenso come intenso è Paolo Di Paolo, un autore che scrive per far pensare e non per intrattenere i lettori, per far sorgere dubbi e non per consegnare certezze, per cercare all’interno di sé e del mondo i tanti sensi possibili e non per dispensare saggezza o verità granitiche. Un autore che ha fatto della scrittura un laboratorio per sperimentare il mondo. Attraverso Mauro Barbi, il protagonista di Romanzo senza umani, Di Paolo ha intrapreso un viaggioalla ricerca del senso dell’esistere, non solo quello individuale ma anche quello collettivo, interrogandosi su cosa resti di noi, quando non ci saremo più come individui e come specie. E questo viaggio complesso e affascinante, faticoso e illuminante ci ha portati a riflettere su quanto sia inconsistente il concetto della nostra identità e il concetto del tempo nel quale la nostra identità si costruisce o sembra farlo e ancora su quanto sia imperfetto, parziale e soggettivo lo strumento della memoria attraverso il quale ci illudiamo di ricostruire il passato e la nostra storia, arrivando alla conclusione che l’unico momento nel quale davvero esistiamo è quello presente. Insomma, l’incontro con Paolo Di Paolo e il suo Romanzo senza umani è stato un’avventura della mente, una sfida che ci ha costretti a indagare i bordi impervi del nostro io, un lago chiuso e profondo, che quando non si lascia scaldare dal sole dell’umanità, rischia di ghiacciare per sempre.

[LOCANDINA]

 

 

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